Lampedusa non solo mare, una Terra di storia d'aMare.
Partiamo da qui:
-Quali furono i primi insediamenti umani che con ogni probabilità, raggiunta l'isola di Lampedusa vi si stabilirono almeno per un certo periodo di tempo. Difficile, o dare una risposta esauriente per la esiguità dei reperti archeologici rimasti.
-Paolo Orsi, archeologo, in uno studio su i”Sesi di Pantelleria” stabilisce che per gli insediamenti umani nel bacino mediterraneo Pantelleria, Lampedusa, Linosa e le isole Maltesi dovettero avere enorme importanza per la loro posizione geografica, in un percorso parallelo alla costa del continente africano di fronte alla Sicilia; un vero ponte naturale che di certo avrà facilitato la immigrazione di quella stirpe dal continente africano alla Sicilia e da qui all'Europa.
Secondo lo stesso studioso “la migrazione di antichissime genti africane nelle isole del Mediterraneo occidentale, ed anche nelle regioni costiere ad esso limitrofe, è vecchia credenza”.
Lampedusa, essendo una di queste isole, avrà ospitato come Pantelleria e alle altre isole “una grandissima stirpe etnica, detta appunto mediterranea e euroafricana (che) in epoca remota si distende dall'Africa settentrionale sull'Europa meridionale con varie grandi ramificazioni”.
Circa il periodi di stanziamento umano a Lampedusa ci è dato saperne quel tanto che si può stabilire dallo studio dei reperti archeologici rivenuti per far luce sulla “storia” stessa di questi primi insediamenti di età neolitica.
-Malgrado non sono mai stati condotti studi e scavi archeologi di rilevante livello scientifico, riteniamo illuminante, anche se non del tutto esauriente, quello condotto, all'inizio di questo secolo, dall'archeologo inglese Thomas Asbhy che, nel 1909, visitò l'isola e successivamente (1912) pubblicò il suo rapporto dove, fra l'altro, menziona le costruzioni neolitiche rinvenute ancora numerose e in buono stato di conservazione e da lui definite “capanne” che riteniamo coeve ma ovviamente non simili ai “sesi” di Pantelleria.
Che questa prima popolazione si estinguesse sull'isola per mancanza di sussistenza è improbabile data la pescosità del mare a differenza di Pantelleria e Linosa dove i fondali che circondano le isole rendono la pesca relativamente scarsa ancora oggi.
-Più recentemente tracce di un insediamento neolitico a Lampedusa, in località Cala Pisana, furono rinvenute nel 1971 durante ricerche condotte dal personale del Dipartimento di Storia Naturale dell'uomo dell'università di Pisa.
Si trattava di “un fondo di capanna che ha restituito manufatti neolitici attribuibili allo stile di Stentinello”.
Nella capanna furono rinvenuti frammenti di vari tipi di ceramiche “grossolane”, “semifine” e “figulina”, manufatti di ossidiana e di oggetti di selce, nonché “alcune schegge in calcare che mostrano tracce di utilizzazione”, caratterizzanti l'industria litica.
Inoltre furono rinvenuti manufatti ossei e oggetti vari ornamentali, nonché resti faunistici “in cattivo stato di conservazione”.
Il rinvenimento ha indotto l'illustre archeologo Sebastiano Tusa a fare le seguenti considerazioni nella sua citazione a proposito dello studio del Radi:
“E' opportuno ricordare, a proposito della possibile esistenza di una relazione fra l'Africa settentrionale e la Sicilia che nell'isola di Lampedusa sono state ritrovate tracce un insediamento neolitico con ceramica impressa simile a quella dei livelli stentinelliani della grotta dell'Uzzo”. E più avanti: “la posizione geografica dell'isola al centro del Canale di Sicilia, ad una latitudine inferiore sia rispetto a Malta che a Capo Ian, induce a ipotizzare con certezza la presenza di navigazioni a lungo a raggio ed in mare aperto che collegavano le due sponde del Mediterraneo, almeno fin dagli inizi del neolitico medio, ma forse anche prima”, confermando la tesi dell'Orsi.
Dopo questa prima civiltà del periodo neolitico, indubbiamente florida dato l'alto numero di “capanne” rinvenute su tutto il territorio dell'isola e oggi quasi del tutto scomparse, in cui l'uomo lavora la pietra, vive di pesca, di pastorizia e di agricoltura, si ha un luogo silenzioso interrotto successivamente dalla presenza di Greci e Romani. E anche accertata la presenza di Fenici che dal loro luogo di origine, da esperti navigatori, e commercianti quali erano, si spinsero verso la Sicilia, le coste dell'Africa, le isole Baleari e su fino a raggiungere le coste mediterranea della Francia e della Spagna. Successivamente vi si stabilirono gli Arabi o Saraceni.
Anfore, lucerne, lacrimatoi o vasi di vetro, cripte sepolcrali, grotte ridotte in seguito in abitazioni, cisterne, pozzi, avanzi di fabbriche con mosaici e monete di varia provenienza, catacombe romane stele funerarie, Tombe puniche, sarcofaghi, stufe, ruderi e monumenti di vario genere, provano che l'isola fu abitata dai fenici, dai greci,dai romani e dagli arabi;
Si sa inoltre che a Lampedusa in epoca precristiana si coniava moneta. Bernando Sanvisente afferma di avere rinvenuto, fra l'altro monete siracusane, agrigentine, romani consolari e imperiali, arabe, turche, veneziane, francesi e maltesi.
-Purtroppo tutto il materiale archeologico rinvenuto sull'isola al momento della colonizzazione borbonica (1843) è stato trasferito dal Sanvisente a Palermo. In seguito fino ai nostri giorni, altro prezioso materiale archeologico rinvenuto sull'isola e nel mare circostante, è stato in parte distrutto e in parte trafugato.
-Stessa sorte è toccata a una pregevole statua marmorea, rinvenuta nell'isola attorno al 1898, rappresentante Atena, presumibilmente originale greco del IV secolo a. C., oppure copia romana.
-L'opera fu venduta da un isolano intorno al 1963 e di conseguenza esportata. Più recentemente, recuperata dall'Assessorato Regionale Beni Culturali ambientali e Pubblica Istruzione di Agrigento, dove è restata sino all'apertura nel 2016 del museo archeologo di Lampedusa.
A proposito della scultura, di eccezionale valore, conforta quanto rileva una testimonianza di Paolo Orsi (1858-1935) illustre archeologo, in uno suo scritto apparso sugli Atti dell'accademia dei Lincei, che qui si riporta:
-XVIII Lampedusa. Statua marmorea tipo greco... Ritengo utile pubblicare qui una statua marmorea acefala, alta m. 1,25. rinvenuta dal Sig. Gius Brignone, gettando le fondamenta di una casa in paese. Per quanto rilevasi dalla fotografia, malgrado l'esecuzione molto mediocre, la statua deve risalire ad un originale greco di buona epoca del secolo IV, forse anzi del V; una buona serie di codesti tipi derivati, con chitoni ad apoptygma, succinto molto in alto, è raccolta dal Reinach nel suo Rèpertoire de la statuarie etc, II.II pp 673 e 674. Non mi è riuscito di stabile se la statua fosse un pezzi di zavorra, proveniente dall'Africa o d'altronde, ovvero se essa decorasse qualche antico edificio di Lopadusa..-
Lampedusa non solo mare ma terra d'aMare...
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